"Il Ministro dell’Interno del governo “giallo-verde”, indicato come il “leader del futuro” tanto dall’ideologo del trumpismo Steve Bannon quanto dal pensatore russo Aleksandr Dugin (che pare aver lasciato da parte la prospettiva geopolitica eurasiatista in nome di una lotta ideologica volta alla costruzione di una presunta “internazionale conservatrice”), ha costruito le sue fortune elettorali attraverso un “sapiente” utilizzo del tema dell’emergenza (migranti) ed attraverso l’identificazione di un “nemico” (l’UE o addirittura il Papato, colpevole, a prescindere da certa retorica proimmigrazione, di avere una visione geopolitica non allineata con l’Occidente). In termini schmittiani si potrebbe addirittura affermare che Salvini abbia ridato vigore al “politico” attraverso quel raggruppamento amico/nemico che del politico è il fondamento, riuscendo a segnare una linea di demarcazione tra il “Noi” e il “Loro”. Tuttavia, una cosa è la mera propaganda, un’altra è la realtà politica e geopolitica. E nella realtà politica e geopolitica Matteo Salvini, come dimostrato dal suo recente viaggio negli Stati Uniti (che si cercherà di analizzare nel dettaglio), appare per ciò che è: un agente degli interessi di Washington in Italia. Questa breve premessa non può che concludersi con la ulteriore constatazione del fatto che chiunque parli di sovranità (a prescindere dall’orientamento politico) senza fare riferimento alcuno alla pesante occupazione militare nordamericana a cui l’Italia è sottoposta ormai da decenni, nel migliore dei casi è molto ingenuo, nel peggiore è semplicemente un ingannatore." https://www.eurasia-rivista.com/sovranismo-senza-sovranita-il-caso-salvini/?fbclid=IwAR1r4DAEgWEMnTip9vdHgU4Su02I3v6L8W4ZHddaiVP_BcvUH_KDc71Ivlc

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